BIANCO

TESTO E REGIA: Giuseppe Tantillo
CON Valentina Carli e Giuseppe Tantillo
SCENOGRAFIA: Antonio Panzuto
COSTUMI: Alessandro Lai
FOTO DI LOCANDINA: Giulia Parlato
GRAFICA DI LOCANDINA: Mirko Genduso
FOTO DI SCENA: Manuela Giusto, Massimiliano Ferrante
ASSISTENTE ALLA REGIA: Andrea Console
UN PROGETTO: Bestfriend_teatro
PRODUZIONE: Binario Vivo / Accademia Perduta Romagna Teatri, / Teatri Molisani

Si può ridere di mali incurabili? Sì, fino a sopravviverne.

Bianco è un inno alla vita, una commedia che affronta il tema del tempo e di come la malattia ne modifichi la percezione. E lo fa con un tono leggero, forse l’unico adatto ad affrontare certi argomenti.

Mia e Lucio si conoscono un pomeriggio nella sala d’attesa dell’ospedale locale. Hanno rispettivamente 37 e 40 anni. E se non fosse che sono entrambi terrorizzati dall’idea di morire, si accorgerebbero subito che non si tratta di un incontro qualunque. Ma è possibile immaginare un futuro se non si è sicuri di averlo?
È da qui che Bianco parte per raccontare l’incontro tra due anime che, per potersi afferrare, devono prima di tutto riuscire a restare attaccate ai propri corpi.

Note a margine _ La melanina come clessidra della durata della vita 
Col passare degli anni, quando il tempo davanti appare sempre meno e i capelli pian piano si imbiancano, si tende a guardare al passato, rifugiandosi “proustianamente” nei ricordi, alla ricerca di un tempo perduto che, col pensiero e la tinta per capelli, ci si illude di poter ritrovare. È questo il modo in cui funzionano più meno tutti gli esseri umani, almeno quelli che hanno la fortuna di invecchiare.
Ma se in età giovanile ci si trova davanti a una diagnosi spaventosa, allora tutto cambia. E la vita si trasforma in una disperata ricerca del tempo futuro, un tempo sconosciuto e attraente, dalle tinte forti, al quale è impossibile pensare di rinunciare. E a quel punto persino la vecchiaia viene idealizzata. Che poi in fondo, a pensarci bene, la durata della vita è appena sufficiente ad elaborare l’idea della morte. E la vecchiaia, da molti vista come un’ingiusta punizione, è in realtà una fedele alleata, che col suo carico di bruttezza e sofferenza, ci aiuta a separarci dalle gioie e dalla bellezza per renderci più sopportabile la fine.

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